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Argentina. Milei e Bullrich devono andarsene

2 Aprile 2025

Dichiarazione del MST

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Pubblichiamo la dichiarazione del MST argentino all'indomani della grandissima manifestazione del 12 marzo contro il governo Milei.


La giornata di ieri, mercoledì [12 marzo], probabilmente ha rappresentato un nuovo punto di svolta. Contro tutta la campagna preventiva di intimidazione per sgonfiare l’appello a sostegno dei pensionati, conto la sfacciata politica di fake news sui mezzi di comunicazione di massa affini al governo libertario [autodefinizione di Milei e dei suoi seguaci, ndr], e anche contro l'assenza brutalmente complice della CGT, l’azione di appoggio alla giusta protesta dei pensionati è stata massiccia e decisa, davanti al palazzo del Congresso e con manifestazioni in vari punti del paese.

Ma non è stata solo questo: la pianificata provocazione repressiva montata in anticipo da parte della ministra Bullrich e il monumentale dispiegamento di camion idranti, gas, manganelli, pallottole di gomma, infiltrati e mille manovre ancora, non è riuscita a disperdere tanto facilmente la protesta che per ore ha continuato a esprimere tutta la rabbia nei pressi del Congresso e durante la notte, con “cacerolazos” autoconvocati in molti angoli della Città Autonoma di Buenos Aires e nell'area metropolitana.

Allo stesso tempo, le scene di repressione di ieri e gli interventi pubblici della ministra Bullrich e di altri membri della cricca al governo mettono in agenda una realtà inequivocabile, cioè che siamo di fronte a cambiamenti nel regime politico che abbiamo conosciuto fino ad ora. Vi è una deriva con tratti fascistoidi che minaccia le elementari libertà democratiche e che la fa assomigliare sempre di più a una dittatura:

• La ministra che anticipa che verranno cercati “espedienti legali” per avallare la criminalizzazione della protesta prima della mobilitazione.
• Colpi a tradimento, selvaggi e brutali contro pensionati e pensionate perpetrati da parte delle forze repressive.
• Poliziotti che provocano con grida maccartiste («venite avanti sinistrosi»).
• Noti infiltrati e immagini che provano come nascondano armi per addossare ai manifestanti il reato di porto abusivo.
• Personale della polizia federale che si fa selfie fra risa e festeggiamenti nel bel mezzo della repressione.
• Il buffonesco portavoce presidenziale che twitta un grossolano e falso volantino del FIT–U con “istruzioni” per la mobilitazione.
• Il tutto nel contesto di un discusso protocollo antiprotesta illegale, quindi con un sistema giudiziario legato al potere attuale (con pochissime eccezioni) che consente a tutta questa barbarie di continuare.

Vale a dire, nel complesso, che si tratta di una concezione ultrareazionaria con elementi fascisti; concezione che sta diventando politica statale, minacciando così le libertà democratiche e alterando di fatto il regime politico così come lo abbiamo conosciuto finora. Una cosa estremamente grave.

Allo stesso tempo, il numero di feriti, di prigionieri e il caso del fotoreporter Pablo Grillo, che attualmente lotta tra la vita e la morte nell'ospedale Ramos Mejía, dimostrano il piano brutale, pianificato con malizia dal Ministero della Sicurezza nel quadro di questa concezione generale che incoraggia e dà carta bianca alle forze repressive per agire selvaggiamente.

Pertanto una prima considerazione categorica è che Patricia Bullrich non può restare un minuto in più nel suo incarico e deve dimettersi.

Ma il contesto della giornata di ieri aggiunge molti altri problemi al governo libertario:

• Il presidente e sua sorella si sono recati a Bahía Blanca nel mezzo della catastrofe che sta vivendo la città e, nonostante l'operazione di "protezione", sono stati contestati dagli abitanti. Dopo quasi una settimana di inondazioni, hanno provato a presentarsi per ripulirsi la faccia, ma gli è andato tutto storto.
• Ieri, mentre i manifestanti affrontavano una brutale repressione nella Plaza de los Dos Congresos, all'interno del suo covo di banditi, il partito al governo non è riuscito a garantire l'impunità per la truffa delle criptovalute, e ha dovuto aggiornare la sessione per evitare di discutere della moratoria sui pensionamenti, degli elenchi dei giudici nominati per decreto e dei poteri delegati. L'"esterno" ha avuto un impatto su una sessione che ha messo in luce le debolezze strutturali di un regime politico degradato e in crisi.
• Oltretutto, di fronte alle negoziazioni con il FMI, alla disperata ricerca di dollari per continuare ad alimentare il circolo vizioso di speculazioni da parte di banchieri e giocatori d'azzardo, lo stesso governo che ha cercato di dimostrare ai mercati controllo sociale, stabilità e ordine istituzionale si trova ad affrontare un panorama di gravi complicazioni che minacciano di alimentarsi a vicenda e di portare a una più ampia crisi di governance. Gli esiti saranno da vedere.

Per il momento, dal 1° febbraio, con la massiccia azione di ripudio delle dichiarazioni omofobe di Milei a Davos, sommata al colpo alla credibilità del governo stesso in merito alla truffa delle criptovalute, più la mobilitazione del 8 marzo, più la catastrofe in Bahia e la giornata di ieri che amplifica l'indignazione contro il governo, è chiaro che esiste la forza sociale per affrontarlo nelle strade e sollevare quello che sta crescendo come uno slogan popolare: Milei deve andarsene, questo governo nel suo insieme non è più valido e per questo è essenziale rendere di massa e nazionale la risposta popolare con una mobilitazione permanente.

Va detto che un'altra voce crescente è l'enorme rifiuto verso la CGT e tutte le dirigenze sindacali traditrici, complici della politica criminale del governo. Abbiamo bisogno di uno sciopero generale attivo, con un piano di lotta, discusso e votato nelle assemblee nei luoghi di lavoro, ma non possiamo più aspettarci nulla dai burocrati alleati di Milei. Per questo, in realtà, contando sui sindacati indipendenti e militanti e sulla rabbia dei lavoratori per la situazione sociale che stiamo vivendo, dobbiamo considerare la necessità di costruire una nuova centrale operaia, un'altra direzione che risponda realmente alle esigenze della base e non ai propri privilegi e a quelli dei padroni.

Non possiamo inoltre non notare l'assenza del peronismo, dei suoi principali leader nella manifestazione di ieri, e la sua inazione al di là delle dichiarazioni, di fronte all'intero quadro di aggressione antipopolare che stiamo vivendo. È chiaro che le lotte interne al peronismo, la speculazione elettorale e la mancanza di un programma alternativo per far uscire il nostro Paese dalla crisi invalidano questa forza politica come opzione reale per i lavoratori e il popolo. Il clamoroso fallimento del governo di Alberto Fernandez, Cristina Kirchner, Sergio Massa e compagnia è ancora molto fresco nella memoria della gente.

Per tutto ciò finora detto, riteniamo che nell'immediato futuro sia essenziale convocare una grande azione di massa in tutto il Paese a sostegno delle richieste dei pensionati, ma anche per chiedere che Bullrich e Milei se ne vadano perché sono nemici del popolo, repressori e criminali. Che l'azione assuma la forma di un “banderazo” o “cacerolazo” nazionale, e si concluda con manifestazioni di massa in tutte le piazze e i centri politici dell'Argentina.

Ovviamente, reclamiamo l’immediata liberazione di tutti gli arrestati nella giornata di ieri.

Tutto questo quadro, d'altra parte, non fa che rafforzare la prospettiva di un 24 marzo (anniversario del colpo di stato del 1976) unitario e moltitudinario, che deve diventare una manifestazione forte e storica contro il governo nazionale e accelerare il conto alla rovescia di questo disastro che è alla testa dell'Argentina.

Infine, un'ultima riflessione. Questo Paese è stato governato da radicali, peronisti, miltari, imprenditori macristi e ora da questa banda delirante che si definisce libertaria. Gli unici che non hanno mai governato sono i lavoratori e la sinistra di classe, che hanno presentato un programma anticapitalista e socialista, totalmente opposto a tutte le varianti politiche tradizionali.

È tempo di considerare questa prospettiva storica e strategica.

Milei, Bullrich e tutto il loro governo non vanno più: devono essere buttati fuori, come nel 2001.

E infine vogliamo indicare un compito e una sfida, che consideriamo cruciali: per superare l'esperienza già fallita del peronismo al governo e per seppellire l'incubo che attualmente è al governo, è necessario costituire un'alternativa politica della sinistra di classe, dei lavoratori e dei settori popolari che superi il settarismo, i dogmi e si distingua da tutte le pratiche della vecchia politica. Deve essere aperta, democratica dal basso, e deve sollevare un programma di rottura con il modello capitalista di catastrofe sociale che ci sta affondando come popolo.

Il nostro partito è convinto che ciò sia urgente, necessario e, se esiste la volontà politica, totalmente e completamente possibile.
Facciamo appello a tutti gli attivisti operai, al movimento studentesco, ai movimenti sociali di genere, LGBTQIA+, per i diritti umani e agli intellettuali critici affinché convergano su questo percorso.

Lasciamo che sia il popolo dal basso a decidere democraticamente come procedere.

Prepariamo un governo dei lavoratori e della sinistra di classe.

Costruiamo un'alternativa politica anticapitalista e socialista per superare tutto ciò che è già fallito.


13/03/25



(traduzione di Antonio Banchetti)

Direzione Nazionale del MST (Movimiento Socialista de los Trabajadores)

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