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CDU/CSU e FDP votano con AfD: il vostro "muro di fuoco" non è mai esistito
5 Febbraio 2025
Da ArbeiterInnenmacht.
Centomila persone hanno manifestato a Berlino la scorsa settimana. Un mare di luci per la democrazia. Tuttavia, la CDU/CSU non si è lasciata impressionare. Friedrich Merz è andato avanti e ieri ha licenziato la sua bozza di risoluzione. L’argine ha ceduto: per la prima volta una mozione del Bundestag ha ottenuto la maggioranza con l'aiuto di AfD (Alternative für Deutschland). Secondo i dati del Bundestag, 187 deputati della CDU/CSU, 75 deputati dell'AfD, 80 membri della FDP (liberali, ndr) e 6 deputati non iscritti hanno votato a favore, garantendo la maggioranza necessaria di 348 voti. SPD, Verdi e Die Linke hanno votato contro, mentre il BSW (1) si è astenuto (mentre invece hanno votato a favore, insieme alle destre, nella seduta del 31 gennaio, ndr).
CHI TRAINA E CHI È TRAINATO
L’accaduto non fa esultare solo Alice Weidel (leader di AfD, ndr), ma tutto il partito, perché il suo piano di trascinare a destra tutti i partiti istituzionali ha avuto successo, e si vede: il voto ad AfD è un voto utile, e il desiderio di governare il Paese non è irrealizzabile. L'agitazione ha avuto successo. Nulla di nuovo o sorprendente.
A metà dicembre 2022, la stragrande maggioranza dei membri del consiglio distrettuale della CDU a Bautzen (Sassonia) ha votato a favore di una mozione del gruppo dell'AfD, in base alla quale i richiedenti asilo respinti e obbligati a lasciare il paese non dovevano ricevere corsi di lingua o altri servizi di integrazione. La mozione venne approvata a maggioranza. Una ricerca condotta da SWR nel settembre 2019 (!) in Sassonia e Turingia ha inoltre rivelato che la cooperazione o gli accordi tra la CDU e l'AfD si sono concretizzati in almeno 18 località. L'elenco continua, poiché dal 2019 si sono aggiunti diversi altri esempi.
Che senso ha quindi la separazione statica tra politica locale, statale e federale? Merz ha già detto nel 2023 che dobbiamo affrontare la realtà (dell'AfD), e non sarà l'ultimo.
DEMARCAZIONE APPARENTE E RIFORMULAZIONE
La demarcazione dall'AfD contenuta nella risoluzione è pensata solo per la coscienza dei membri più deboli della CDU/CSU, cioè per coloro che protestano ancora un po’ e hanno bisogno di una scusa, perché forse ricordano ancora l'era Merkel, con la sua "cultura dell'accoglienza", non come la rovina dell'Occidente tedesco. o forse per coloro che credono seriamente che l’aggettivo "cristiano" dell’acronimo CDU sia sinonimo di valori umanistici astratti.
Da quando ha assunto la presidenza del partito, Merz ha ripulito il baraccone che era la CDU dopo le ultime elezioni generali. Le liti pubbliche sono finite, organizzazioni come la WerteUnion (2) sono state allontanate dalla CDU, e le loro politiche sono ora di competenza dei leader del partito. Ciò non dipende dal carattere del singolo: Merz stesso è espressione del mutato equilibrio di potere nel mondo. I giorni dell'imperialismo tedesco sotto la prudente Merkel sono finiti. La svolta epocale, la crisi crescente, stanno intensificando la concorrenza, e con essa la necessità di una rotta più netta per l’imperialismo tedesco.
COME PECORE AL MACELLO
Tuttavia, dichiarazioni come quelle di Dröge, co-leader dei Verdi, fanno venire voglia di sbattere la testa contro il muro. «Abbiamo bisogno di un impegno da parte sua (di Merz) a non ripetere queste cose in futuro», pretende Dröge, il cui gruppo parlamentare si è riunito per una sessione speciale. Il leader della CDU deve recuperare la sua credibilità. Rolf Mützenich, della SPD, non è da meno. Secondo lui, le elezioni federali del 23 febbraio decideranno se si è trattato solo di un errore incauto e irresponsabile «o se lo scivolamento continuerà».
Queste affermazioni dovrebbero esprimere fermezza. In realtà, si tratta solo di spacconate passive e parole al vento. La SPD e i Verdi vogliono continuare a formare una coalizione con la CDU/CSU. E questo atteggiamento è tanto più facile da giustificare se sembra che Merz sia stato costretto a "ragionare" dopo le elezioni, e che il muro di fuoco (3), mai esistito, sia stato ricostruito. Naturalmente, entrambi i partiti sono ancora disposti a tenere colloqui di coalizione con la CDU/CSU anche dopo la "caduta del tabù", anzi, sperano già di farlo. Quindi non hanno altra scelta che commentare quanto sta accadendo in modo apparentemente radicale, ma in realtà puramente passivo. Un particolare disgustoso: la critica riguarda essenzialmente solo la forma (votare insieme all'AfD) e la portata delle misure razziste. Dopotutto, anche Habeck vuole deportare i siriani, per non parlare di Olaf (Scholz, ndr), il cancelliere delle deportazioni. È proprio questo cinismo che rende l'indignazione dei Verdi e della SPD così poco plausibile.
PERCHÉ IL “MURO DI FUOCO” NON È MAI ESISTITO
Sì, qualcuno protesterà. Per qualche mese. Ma poi tutto rischia di tornare alla normalità. L'indignazione iniziale lascerà il posto a considerazioni di realpolitik, e il razzismo e lo sciovinismo esistenti continueranno a trovare spazio in alcune parti della società, anche in settori dell'SPD e dei Verdi. E no, non si tratta di ipotesi su carta. Gli sviluppi degli ultimi dieci anni dimostrano che si tratta di una realtà.
Durante le proteste, molte persone si sono scagliate contro il successo di AfD e contro il "cedimento" della CDU. Ma nessuno si chiede come si sia arrivati a questo punto. È un errore. È il centro borghese democratico del capitalismo che sta contribuendo all'attuale spostamento a destra. Naturalmente nessuno vuole vivere in un regime autoritario. È ovvio che dobbiamo difendere le conquiste dei diritti democratici fondamentali. Ma non la democrazia borghese e il capitalismo stesso. Infatti, è l'amministrazione capitalista della SPD e dei Verdi e, a livello di governi statali (regionali), della Linke che ha fatto sì che le condizioni di lavoro e i redditi di molti siano peggiorati negli ultimi anni. Mentre la qualità della vita cala, aumentano l'insicurezza sociale, la povertà, la pressione sulla produttività e la disoccupazione.
L'amministrazione del capitalismo, le risposte totalmente inadeguate alla crisi, il tentativo di cogovernare e cogestire la miseria sono possibili solo se si rinuncia a lottare e ad attuare anche solo un miglioramento fondamentale per la classe salariata e le/gli oppress*. Ciò ha permesso all'AfD di incanalare e far crescere questa rabbia. Dipingere ora un quadro di unità in cui tutte le forze "democratiche" vogliono la stessa cosa è una pura menzogna o, nella migliore delle ipotesi, un pericoloso autoinganno. I diversi partiti sono espressione delle diverse forze di classe. Anche tra Linke e SPD esistono differenze nella loro costituzione. Un'alleanza basata esclusivamente sulla "moralità" con forze come la CDU/CSU o l'FDP ci impedisce di lottare per le rivendicazioni che sono nell'interesse della classe lavoratrice, cioè per miglioramenti a livello sociale. E serve come scusa e pretesto ai burocrati della SPD e del governo, alle burocrazie sindacali, ma anche ai socialisti di governo, per subordinare gli interessi politici e sociali della loro base agli interessi dei loro "partner". In altre parole, in ultima analisi, al capitale e all'imperialismo tedesco. Il fronte unico delle organizzazioni del movimento operaio e de* oppress* è imperativo, e i sindacati, il movimento per il clima e la Linke, così come parti della SPD, devono essere conquistati a questa causa.
COSA BISOGNA FARE DAVVERO
Come hanno dimostrato le grandi manifestazioni contro i piani di emigrazione dell'AfD all'inizio di gennaio 2023, le manifestazioni su larga scala, le raccolte di firme e gli appelli agli atteggiamenti dei partiti durante le elezioni non fermeranno lo spostamento a destra. Di certo non fermeranno la minaccia di leggi più severe nel Bundestag.
In sostanza, c'è un solo modo per fermare i piani di Merz. Solo costruendo un movimento di massa radicato nei luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università possiamo andare oltre le manifestazioni e le proteste, che sono molto importanti per la mobilitazione. Questo è l'unico modo per realizzare l'unico strumento di lotta che può contrastare lo spostamento a destra e il prossimo inasprimento delle leggi: uno sciopero politico di massa dei sindacati confederali (4) contro tutti gli inasprimenti delle leggi e gli attacchi ai diritti democratici.
Deve essere chiaro che le rivendicazioni astratte di "tolleranza", "diversità" e "democrazia" sono sempre meno convincenti. Se c'è un reale interesse a costruire un movimento che si espanda e conquisti di nuovo le persone, occorre un programma sociale chiaro. D'altra parte, il movimento antirazzista in questo Paese è attualmente indebolito, quasi inesistente. Per questo motivo siamo favorevoli alla fondazione di un fronte d'azione contro la minaccia di licenziamenti di massa alla Volkswagen, tra gli altri, e contro i tagli sociali previsti dal nuovo bilancio federale. La mobilitazione contro tutto ciò può mettere in moto ampi settori della classe operaia. In termini concreti:
• Lotta comune contro l'inflazione, i bassi salari, la povertà e la carenza di alloggi!
• Salario minimo di 15 euro l'ora, pensione minima e indennità di disoccupazione di 1.600 euro/mese per tutt*!
• Centinaia di miliardi per l'istruzione, l'ambiente, le pensioni e la salute invece che per gli armamenti, finanziati tassando i ricchi!
• Lotta contro tutti i licenziamenti e i tagli. Espropriazione senza indennizzo di tutte le aziende che minacciano licenziamenti di massa sotto il controllo de* lavorator*!
Allo stesso tempo, laddove esistono o riemergono lotte, come nel movimento ambientalista o per l'edilizia abitativa (Deutsche Wohnen & Co. enteignen) (5), è necessario sostenere posizioni chiare e antirazziste. La distruzione dell’ambiente è una delle cause più comuni di emigrazione. Quando si tratta di espropriazione di alloggi, è anche cruciale lottare per l’abolizione dei centri di detenzione per rifugiati e per l’accoglienza decentralizzata in sistemazioni proprie. Tuttavia, se si parla di antirazzismo in particolare, non è sufficiente respingere gli attacchi. Se si vuole che la protesta abbia successo e cambi la situazione de* migranti e de* rifugiat* a lungo termine, è necessario lottare anche per ottenere miglioramenti concreti. Ciò significa che non dobbiamo solo lottare per garantire che il salvataggio in mare non sia un crimine, non dobbiamo solo fare una campagna contro le deportazioni, ma anche per l'apertura delle frontiere e i diritti di cittadinanza per tutt*, in modo che i migranti non debbano soffrire per sempre nei campi di detenzione o essere trattati come cittadini di seconda classe. È inoltre essenziale creare strutture di autodifesa contro la crescente minaccia della destra.
• No alle leggi razziste! Stop a tutte le deportazioni! Frontiere aperte e pieni diritti di cittadinanza per tutt* coloro che vivono qui!
• Lotta comune contro le radici sociali del fascismo e del razzismo!
• Per comitati di autodifesa democraticamente organizzati contro gli attacchi razzisti, organizzati da migranti, rifugiati, militanti della sinistra e sindacati!
Solo se uniamo attivamente la lotta contro i (prossimi) tagli sociali con le rivendicazioni antirazziste possiamo riuscire a contrastare lo spostamento a destra. Pertanto, tutt* coloro che a sinistra rifiutano le misure della CDU senza se e senza ma devono dichiarare guerra al razzismo nei sindacati e promuovere azioni di massa e scioperi contro le leggi imminenti. Questo vale soprattutto per i candidati e i membri della Linke, che è l'unico partito rappresentato nel Bundestag ad essersi espresso contro un ulteriore inasprimento della legge dopo i fatti di Aschaffenburg. Ma vale anche per l'intera sinistra "radicale", sia che si candidi alle elezioni del Bundestag sia che chieda di sostenere la Linke. In quanto organizzazioni di classe, occorre fare appello ai sindacati affinché prendano una posizione chiara contro Merz e company, organizzino assemblee nei luoghi di lavoro e preparino azioni di sciopero. Le iniziative in corso durante la contrattazione del settore pubblico possono essere utilizzate per unire la lotta per l'aumento dei salari con la lotta contro il razzismo. In definitiva, però, non basta combattere i sintomi. Se vogliamo fermare la destra e impedire che le forze fasciste si rafforzino, dobbiamo combinare attivamente la lotta contro la destra e la crisi con la lotta contro il capitalismo.
(1) Bündnis Sahra Wagenknecht – Vernunft und Gerechtigkeit (lett. "Alleanza Sahra Wagenknecht – Ragione e Giustizia") è un partito fondato a gennaio 2024, incentrato attorno alla persona della sua fondatrice Sahra Wagenknecht, ex esponente di punta della Linke. Sebbene sia definito “di sinistra”, sostiene l’economia di mercato, è euroscettico, populista.
(2) Organizzazione politica nata a febbraio 2024, composta principalmente da membri della CDU vicini all’AfD.
(3) Brandmauer, lett. “muro di fuoco”, espressione con cui si definisce la chiara linea di demarcazione tra partiti democratici e forze estremiste (in questo caso la AfD), finalizzata a difendere i valori democratici, in base alla quale è esclusa ogni coalizione e collaborazione.
(4) DGB, Deutscher Gewerkschaftsbund, Confederazione dei Sindacati Tedeschi, che riunisce otto sindacati, con quasi 6 milioni di iscritti, tra cui IG Metall, IG Bergbau…
(5) Iniziativa referendaria berlinese del 2021 in cui si chiedeva alla popolazione se era d’accordo con l’espropriazione delle proprietà di società immobiliari private con 3.000 o più unità abitative in città. Il referendum ha incassato il sì, ma non è vincolante.