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Il Partito Comunista dei Lavoratori si presenta alle elezioni comunali di Bologna con un proprio candidato sindaco ed una propria lista
20 Febbraio 2016
Oggi il Partito Comunista dei Lavoratori ha presentato il proprio candidato sindaco per le prossime elezioni bolognesi: Ermanno Lorenzoni, ferroviere, già esodato – grazie alla Fornero – e oggi in pensione, attivista e dirigente politico e sindacale di lunga esperienza
Il Partito Comunista dei Lavoratori, già presente nelle tornate elettorali amministrative e politiche degli ultimi dieci anni con proprie liste e candidati, sarà nella competizione elettorale per l'elezione del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale con una propria proposta.
Il candidato sindaco è Ermanno Lorenzoni, 62 anni, ferroviere, già esodato – grazie alla Fornero – e oggi in pensione; attivista e dirigente sindacale di lunga esperienza, prima in Cgil e poi nei sindacati di base; da sempre militante politico: negli anni '70 nella sinistra extraparlamentare, poi in Democrazia Proletaria, Rifondazione Comunista e oggi nel PCL.
I due capilista per il consiglio comunale sono Michele Terra, della segreteria nazionale del PCL e Stefania De Salvador, animatrice e operatrice culturale.
Ermanno Lorenzoni ha dichiarato: "I nostri obiettivi programmatici sono dichiaratamente "di parte": dalla parte dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, dei pensionati, degli studenti, degli immigrati; contro la parte dei banchieri, degli industriali e costruttori, della curia. Un programma che abbia il coraggio di rompere apertamente con le regole del capitalismo e di battersi per una città governata dai lavoratori."
I punti principali del programma del PCL sono:
1) Rifiutare di subordinarsi al patto di stabilità interno per rilanciare l'iniziativa politca e sociale del Comune.
2) Bloccare la privatizzazione delle aziende municipalizzate (es. refezione scolastica) e internalizzare quelle gia' privatizzate (es. Hera).
3) Assumere a tempo indeterminato tutti i precari dipendenti del Comune e adeguare i contratti di tutti i lavoratori e lavoratrici alle mansioni effettivamente svolte (ad es. risolvere lo scandalo dei contratti diversi applicati per gli insegnanti neo assunti).
4) Abolire il finanziamento pubblico delle scuole private, rispettando l'esito del referendum del 2013, utilizzando le risorse così risparmiate per l'istruzione e i nidi pubblici.
5) Utilizzare tutto il patrimonio edilizio pubblico per alloggi a canone convenzionato per lavoratori, disoccupati e pensionati.
6) Non dare seguito alle grandi opere di mobilità urbana (passante e people mover).
7) Espropriare gli edifici ecclesiastici (tranne i luoghi di culto) per usarli a fini sociali