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LA CRISI DI SEL TRA MIGLIORE E VENDOLA. L'EPILOGO DI UNA STORIA, IL FALLIMENTO DI UNA POLITICA
21 Giugno 2014
La crisi di Sel è profonda, non è una finzione, né un gioco delle parti.
Ma qual'è la divergenza reale tra Migliore e Vendola? Non la prospettiva di governo a braccetto col PD di Renzi. Ma il modo migliore di arrivarci con un proprio ruolo negoziale e una propria riconoscibilità.
Non lo dice il PCL. Lo spiegano Vendola e Migliore nelle interviste simmetriche rilasciate rispettivamente a Repubblica e al Manifesto il 21 Giugno.
“ Qual'è la differenza tra lei e Migliore?” chiede l'intervistatrice di Repubblica a Vendola. Risposta :” Io voglio essere una sinistra di governo e lui vuole essere una sinistra al governo. SEL continuerà..a stimolare il governo sulla questione sociale e l'uscita dalla crisi. Renzi rompa l'alleanza con la destra e in questo Parlamento ci possono essere le forze disponibili a ricomporre un'alleanza di Centrosinistra..”
“Dove va la SEL che lei lascia?” chiede l'intervistatrice del Manifesto a Migliore. Risposta” Spero di trovarla presto in un nuovo centro sinistra.. I miei compagni di SEL dicono che finchè non si modifica la base parlamentare del governo non si può far nulla, come fossimo alla finestra. Invece dobbiamo agire per determinare questa modifica.. Comunque la definizione governo Renzi Alfano mi fa ridere. Questo è il governo Renzi”.
Chiaro? La stazione d'arrivo è la stessa: il blocco di governo col PD di Renzi. Il treno per arrivarci è diverso. Migliore pensa a un Freccia Rossa (?) senza fermate, ritenendo che non vi saranno altri treni disponibili: se questo significa sgomitare per riuscire a sedere, ben venga. Vendola pensa che salire sul Freccia Rossa nelle condizioni di oggi significa finire fra i posti in piedi, essendo quel treno già affollato come non mai. Meglio aspettare che si liberi un posto e un'assegnazione numerata di biglietto. Per questo è utile che il passeggero SEL sopravviva e si metta in attesa, naturalmente segnalando al guidatore l'aspirazione a una sistemazione dignitosa.
Fuor di metafora, questa è oggi la divisione di SEL. La sua crisi è l'epilogo di una storia e il fallimento di una politica.
SEL fece blocco nel 2013 col PD liberale di Bersani, per entrare con ministeri e sottosegretari nel suo “annunciato” governo. Di più: con la proposta pubblica di “un partito unico della sinistra” attraverso un' unificazione fra SEL e PD, Vendola rivelava l'ambizione ad una propria scalata del PD, allora allo sbando: pronto a varcare, al di là delle parole, lo stesso confine della sinistra per candidarsi a guidare un indistinto “polo democratico”.
La sconfitta elettorale del centrosinistra di Bersani e i successivi governi di unità nazionale hanno frustrato l'ambizione di SEL, emarginandola all'”opposizione” e mettendola in lista d'attesa. L'ascesa folgorante di Renzi, e il suo successo elettorale, hanno completato l'opera . SEL è finita con le spalle al muro. Il PD della Nazione conquistato da Renzi, non è certo scalabile da Vendola. Mentre la ricomposizione negoziale dell'alleanza di centrosinistra con un PD al 40% non è né scontata né facile . Ecco allora l'enigma. Usare l'”utilità marginale” dei numeri di SEL al Senato per offrirli in dote a Renzi ? Ma non sarebbero sufficienti a rimpiazzare NCD, che in ogni caso non ha voglia di sloggiare. Rimanere sull'uscio, con una “opposizione” di sua maestà, in attesa di una chiamata di Renzi? Ma nessuno assicura che la chiamata ci sarà, il 2018 è terribilmente lontano, e oltretutto la porta di Renzi potrebbe anche allora risultare sbarrata. Ammesso che SEL possa reggere la traversata.
Il bivio drammatico tra Migliore e Vendola ha qui la sua radice. Nella crisi verticale della ragione stessa di SEL. Una “sinistra del Centrosinistra” orfana dello spazio sognato. Vittima di un ascesa renzista che abbatte la sua rendita negoziale. Tra un Vendola in caduta libera tra i fumi dell' Ilva, e giovani parlamentari scalpitanti alla ricerca di un proprio futuro. Tra un Migliore- già ospite della Leopolda- che naviga direttamente verso il PD di Renzi ( prenotando in cambio la candidatura a sindaco di Napoli col sostegno del PD e del centrosinistra); e un Vendola che cerca di salvare SEL dall'abbraccio immediato di Renzi nella speranza di potergliela vendere domani a miglior prezzo, dentro una alleanza negoziata di governo ( se possibile anche all'interno di questa legislatura, come Vendola stesso ha chiarito). Magari usando allo scopo la stessa scialuppa di Tsipras.
Vedremo l'esito della crisi di SEL. Ma quello che già abbiamo visto e vediamo è l'uso spregiudicato di voti, energie, passioni di una parte del popolo della sinistra per scopi estranei e opposti alle loro ragioni. A tutti i compagni di quel mondo che vogliano guardare in faccia la realtà, diciamo con franchezza: costruiamola insieme la sinistra che non tradisce. Costruiamo il Partito Comunista dei Lavoratori.