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CRIMINE DEL CAPITALE IN SARDEGNA
20 Novembre 2013
Non un disastro ecologico, ma un crimine sociale. Quanto avvenuto in Sardegna, misura gli effetti devastanti della dittatura del profitto.
Per pagare ogni anno 85 miliardi di debito pubblico alle banche e 30 miliardi di sovvenzione alle imprese, i diversi governi hanno tagliato sistematicamente- oltre a scuola, sanità, pensioni- i fondi pubblici per la protezione civile e per la cura del territorio. Mentre i costruttori hanno avuto mano libera nella cementificazione selvaggia in cambio degli oneri di urbanizzazione a giunte locali spesso complici e a libro paga dei costruttori stessi.
I 20 milioni stanziati da Letta per la Sardegna sono un insulto. Non coprono neanche un decimo dei danni prodotti. Mentre lo stesso governo programma altri 30 miliardi di tagli alla spesa pubblica nel prossimo triennio in omaggio al capitale finanziario.
Il riassetto idrogeologico del territorio italiano richiede, secondo “fonti ufficiali”, 40 miliardi di euro. Solo l'abolizione del debito pubblico verso le banche e dell'assistenza pubblica al profitto può liberare queste risorse. Solo un governo dei lavoratori può realizzare questa misura.